Durante il Consiglio comunale è emerso con forza il tema della stagione estiva che si avvicina e del turismo e della salvaguardia del nostro litorale.
Partendo già dalle interrogazioni fatte dalle opposizioni, che hanno posto ad esempio quesiti sulla riqualificazione delle spiagge erose dalle mareggiate, erosione che ha portato alla chiusura del Belvedere, passando poi per il degrado generato dai primi fine settimana quasi estivi, in cui i cittadini e i turisti si sono riversati sulla costa per godersi i primi giorni di sole.
Una pioggia di pregiudiziali
La discussione si è accesa riguardo al settimo punto del Consiglio comunale, il ritiro in autotutela “sull’adeguamento del piano di utilizzazione degli arenili (P.U.A.) del Comune di Pomezia”, in sostanza il piano richiesto dalla Regione Lazio per i fiumi e le spiagge.
Subito alla presentazione del punto si sono proposte diverse pregiudiziali, uno strumento che hanno consiglieri per rimandare la discussione per meglio studiare la materia e deliberare con maggiore consapevolezza. In primis la consigliera Navisse (5S) ricordava come per l’utilizzo dello strumento dell’autotutela fosse necessario rientrare nei 12 mesi dalla delibera dell’atto ed essendo già passati 2 anni dalla deliberazione fosse inutilizzabile come strumento, sfidando la maggioranza ad abrogarlo con procedura ordinaria e proporne un altro. Pregiudiziale respinta dalla maggioranza.
A questa è seguita la pregiudiziale del consigliere Castro (Valore Civico), che ha sottolineato come anche la motivazione per il ritiro in autotutela, ossia una novità nella valutazione dell’interesse pubblico originario, sia sostanzialmente assente e che quindi questa sia una scelta solo politica che non rientra in questo strumento. Anche questa pregiudiziale è stata bocciata dalla maggioranza.
Il consigliere Castro ha inoltre chiesto perché non si sia deciso di proseguire con l’iter che era iniziato con quell’atto, tra l’altro con un costo di circa 26mila euro per la perizia dell’ingegnere sulle nostre spiagge. Ha altresì annunciato che scriverà alla Corte dei Conti, visto che – a detta sua – sarebbe bastato convocare la Conferenza dei Servizi per non sprecare questi fondi e portare a compimento l’atto.
La consigliera Battistelli (PD) infine ha ricordato all’amministrazione perché esiste quell’atto, ossia per adeguarsi a una direttiva della Regione Lazio del 2019 sull’utilizzo delle spiagge, e che, procedendo con l’eliminazione di questo atto, si tornerebbe all’atto originario del 2018, non conforme quindi alle nuove regolamentazioni.
L’inevitabile cancellazione della norma
Prima del voto, che vedrà l’approvazione del ritiro in autotutela da parte della maggioranza, il consigliere Michele Conte (Fratelli d’Italia) ha palesato come questo P.U.A. abbia creato tanti disagi ai cittadini, anche perchè spesso le attività che non avevano concessioni piantavano i propri ombrelloni limitando, di fatto, la fruizione della spiaggia libera.
Dall’ennesimo scontro politico sul cuore di Torvaianica, rimangono i dati di fatto, come la sempre più corta spiaggia, che mettono a rischio non solo il patrimonio paesaggistico ma anche sociale ed economico che il mare come luogo di aggregazione ha per la cittadinanza e i turisti. Riuscirà il Comune, dopo aver cancellato quest’atto, a creare un nuovo piano di tutela per l’elemento identitario di Torvaianica?