venerdì, Giugno 20, 2025

Report sui salari del settore privato non agricolo: i dati della CGIL

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Riceviamo e pubblichiamo:

Di recente, la CGIL Roma e Lazio ha pubblico un report, basato sull’elaborazione dei dati INPS del settore privato non agricolo, sull’andamento delle retribuzioni dei lavoratori e delle lavoratrici nella nostra regione per quanto riguarda il 2023. Il sindacato ha preso come unità di riferimento statistica coloro che hanno avuto almeno un versamento contributivo nell’arco dell’anno preso in esame.

Premessa sui dati

Un problema che può emergere in simili studi è la possibilità che il lavoratore abbia avuto più di un rapporto di lavoro nel periodo di tempo preso in considerazione. In questo caso, la CGIL ha deciso di privilegiare le modalità relative all’ultimo rapporto di lavoro cessato o quello che ha avuto una durata maggiore.

Il report della CGIL

Analizzando il settore privato non agricolo del Lazio degli ultimi 15 anni, nel report della CGIL emerge che le persone a cui viene applicato un contratto con qualifiche più basse siano aumentate del 3%. Per gli operai della regione, invece, è evidente una riduzione nell’utilizzo dei contratti a tempo indeterminato.

In 15 anni sono aumentati gli operai nel loro numero complessivo, dato che il sindacato ha tenuto conto anche dell’aumento dell’età pensionabile.

Questo dato va scorporato: mentre gli operai stabili sono aumentati del 7%, quelli precari sono aumentati del 106% passando da circa 143mila nel 2008 a quasi 300mila nel 2023. Invece, i lavoratori assunti con il contratto di apprendistato sono aumentati dieci volte tanto rispetto al passato. Considerando gli impiegati, resta stabile il ricorso ai contratti a tempo determinato, con dati sempre intorno al 20% del totale.

Continuando questo confronto tra operai e impiegati per quanto riguarda il regime orario, nella prima categoria è più utilizzato il contratto part-time – con la conseguenza di un maggiore impatto negativo sulle retribuzioni annue.

È da sottolineare, però, che dalla fine della pandemia è in corso un trend di riduzione del part-time anche per effetto di dinamiche settoriali come l’entrata di 30mila operai full-time nell’edilizia grazie alla normativa sul lavoro e i bonus edili come il noto Superbonus.

In ogni caso, in 15 anni gli operai part-time sono aumentati del 10%.

Le conseguenze della pandemia

È interessante analizzare il punto del report sui dipendenti con 52 settimane retribuite: circa la metà degli operai e due terzi degli impiegati soddisfano il requisito delle 52 settimane di lavoro retribuite nei 15 anni presi in considerazione.

Per comprendere meglio la situazione, è importante riportare i dati del 2020. L’emergenza sanitaria mette in evidenza che in quel periodo si è verificata una contrazione di posti di lavoro, con la diminuzione del 18% degli operai e del 23% degli impiegati, mentre per i quadri è stata solo dell’1%. Questo significa che molti operai e impiegati dipendono da contratti precari, soggetti a proroghe periodiche che li rende facilmente allontanabili dal mercato del lavoro nei momenti di crisi.

Conclusioni

In questi 15 anni, le retribuzioni (per quanto riguarda il valore nominale) sono aumentate del 9,6% per gli operai, del 17,9% per gli impiegati, del 18,7% per i quadri e del 19,4% per i dirigenti. Facendo riferimento al valore nominale dei salari del 2015 e ricalcolando quei valori in base all’inflazione con l’indice FOI (con base 2015), risulta che gli operai e gli impiegati hanno avuto retribuzioni inferiori del 5% e del 4% rispetto al 2015.

Dividendo i lavoratori dipendenti per classe di retribuzione, includendo anche coloro con meno di 3 mesi lavorati all’anno, risulta che il 39% ha una retribuzione inferiore a 15mila euro l’anno. Invece, prendendo in considerazione solo coloro con almeno 6 mesi di retribuzioni, il 55% dei lavoratori dipendenti ha una retribuzione annua inferiore ai 25mila euro.

La situazione dei salari dei lavoratori del Lazio che emerge da questo report impone di dare delle risposte immediate alla questione. Una delle possibili soluzioni è il rinnovo tutti i CCNL in scadenza, come quello del settore metalmeccanico, ma è importante che le istituzioni si impegnino per trovare una soluzione solida e stabile per i lavoratori.

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