venerdì, Giugno 20, 2025

Premierato: tra propaganda e considerazioni

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Cavallo di battaglia della propaganda meloniana, da quando il nuovo governo di centrodestra si è insediato a Montecitorio è entrata nel vivo della discussione la cosiddetta “Riforma del Premierato”. La riforma fa parte del ventiquattresimo punto del programma elettorale di Fratelli d’Italia “Presidenzialismo, stabilità di governo e Stato efficiente”, ed il suo disegno di legge è stato approvato all’unanimità dal “Consiglio dei Ministri” lo scorso 3 Novembre. In questo articolo cercheremo di analizzare la riforma, le posizioni di maggioranza e opposizione e l’impatto che essa avrebbe nel nostro ordinamento.

Art. 1: addio ai Senatori a Vita? 

Il secondo comma dell’Art. 59 della Costituzione viene abrogato. Il Presidente della Repubblica non può più nominare senatori a vita cinque cittadini. Il successivo Art. 5 però precisa che gli attuali senatori a vita restano in carica fino alla fine del proprio mandato, da intendersi con il decesso del senatore. Da questa norma vengono salvati gli ex Presidenti della Repubblica, che continueranno quindi ad essere senatori a vita al termine del proprio mandato.

Art. 2: Sciogliere le Camere? Serve cooperazione!

Al primo comma dell’Art. 88 della Costituzione vengono abrogate le parole “o anche una sola di esse”. In questo modo il Presidente della Repubblica non può sciogliere una sola Camera, ma sarà possibile solo lo scioglimento di entrambe le camere.

Inoltre per lo scioglimento delle camere non basterà il Presidente della Repubblica, ma sarà necessaria la cooperazione con il primo ministro su deliberazione dell’organo collegiale.

Art. 3: Elezione Diretta e Premi di Maggioranza

il premio […] garantisca ai candidati e alle liste collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri il 55% di seggi

Modifica dell’Art. 92 della Costituzione

Si modifica l’Art. 92 della Costituzione stabilendo che: “[…] il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni. Le votazioni per l’elezione del Presidente del Consiglio e delle Camere avvengono tramite un’unica scheda elettorale. La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che il premio assegnato su base nazionale garantisca ai candidati e alle liste collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri il 55% di seggi. Il Presidente del Consiglio è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura […] Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri”.

Questa modifica prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio tramite un’unica scheda contemporaneamente alle elezioni delle camere. Le liste collegate al Premier vincente ottengono il 55% dei seggi, creando così un sistema maggioritario che dovrebbe garantire una maggiore stabilità a scapito della rappresentatività popolare. Inoltre manca una soglia minima (in percentuale di voti) per ottenere il premio di maggioranza. Con questa modifica poi il Capo dello Stato non può nominare il Presidente del Consiglio diverso da quello eletto dai cittadini e neanche modificare la proposta sulla nomina dei Ministri.

Art. 4: L’anti-Ribaltone

Modifica l’Art. 94 della Costituzione: “ Nel caso in cui non venga approvata la mozione di fiducia al Governo presieduto dal Presidente eletto, il Presidente della Repubblica rinnova l’incarico al Presidente eletto di formare il Governo. Qualora anche quest’ultimo non ottenga la fiducia delle Camere, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere […] in caso di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio, il Presidente della Repubblica può conferire l’incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento al Presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all’indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del Presidente eletto ha chiesto la fiducia alle Camere” . 

Questa viene definita dal governo la nuova clausola “Anti-Ribaltone”. I membri del parlamento hanno il potere di cambiare il capo del governo senza alterare la composizione della maggioranza parlamentare, al fine di prevenire cambiamenti nella maggioranza durante il corso della legislatura, anche attraverso l’insediamento di governi tecnici.

Le Opinioni di Maggioranza e Opposizione

“La madre di tutte le riforme  […] portando così l’Italia nella Terza Repubblica.”

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

L’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante i suoi famosi “appunti”, ha definito la riforma: “La madre di tutte le riforme  […] portando così l’Italia nella Terza Repubblica.”, sia l’opposizione che la stessa maggioranza hanno mostrato alcuni dubbi.

Gianni Letta (FI) nei giorni scorsi ha dichiarato: “Il premierato ridurrebbe fatalmente i poteri del presidente della Repubblica, anche se nella riforma non ci fosse scritto. Perché la forza che ti deriva dall’investitura popolare è certamente maggiore di quella che deriva dal Parlamento: non sta scritto, ma è ovvio che poi nella dialettica chi è investito ha più forza.”

Attacchi alla riforma giungono anche dalle opposizioni, secondo l’ex premier Giuseppe Conte la riforma “distrugge l’equilibrio dei poteri e rende il capo dello Stato nient’altro che un passacarte”, mentre dal PD Elly Schlein afferma che “La riforma indebolisce il Parlamento e le prerogative del presidente della Repubblica. È uno stravolgimento della Costituzione e della Repubblica parlamentare

I Problemi di questa riforma

Tralasciando i partiti presi e l’ideologia, sono evidenti alcuni problemi oggettivi. Il Presidente della Repubblica perde alcune delle sue funzioni caratteristiche, rischiando di diventare un mero “Tagliatore di nastri” durante le cerimonie. Il premio di maggioranza rappresenta un pericolo per la rappresentatività democratica, scambiata per quella che dovrebbe essere una maggiore stabilità di governo. L’elezione diretta del Premier è stata attuata solo in Israele per due tornate elettorali (1996, 1999).

Gian Mario Mazzola
Gian Mario Mazzola
19 anni. Studente di Giurisprudenza presso l'università La Sapienza di Roma. Appassionato di storia, politica e letteratura. Mi occupo di politica locale, nazionale e di approfondimenti sul nostro passato politico.

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