Cosa sta succedendo?
In questi ultimi mesi abbiamo visto un’impennata dell’utilizzo della precettazione per ridurre la durata degli scioperi o spostarli, in particolare nel settore dei trasporti, con l’ultimo caso poco prima di Natale. Queste limitazioni al diritto allo sciopero, sancito dall’articolo 40 della Costituzione, hanno visto da un lato il ministro dei Trasporti Salvini difendere “il diritto a spostarsi dei pendolari” contro i sindacati che “pur di farsi il weekend lungo scioperano” e dal lato opposto i sindacati che difendono quello che è fra gli strumenti principali per portare avanti le richieste dei lavoratori.
Ma che cos’è la precettazione?
La precettazione concretamente è uno strumento giuridico che permette al governo di limitare il diritto allo sciopero.
A partire da quando è entrata in vigore la Costituzione, pur essendoci l’art. 40 che rimanda alla legge per i limiti al diritto di sciopero, fino agli anni 90 c’è stato un vuoto normativo in tal senso, ad eccezione delle sentenze della Corte Costituzionale. Con il sesto governo Andreotti è stata approvata una legge, la 146/1990, che ha regolamentato la materia introducendo anche la precettazione.
Tutto parte con una delibera da parte della Commissione di garanzia sugli scioperi, per legge neutrale ma composta da membri nominati dai Presidenti delle Camere, che segnala al governo e ai ministeri competenti la presenza di uno sciopero che potrebbe essere contrario ad “altri diritti costituzionalmente tutelati” o non rispetta altri dettami della legge come ad esempio la rarefazione, ossia il distanziare temporalmente scioperi della stessa categoria di lavoratori, e con questa segnalazione raccomanda all’esecutivo di attivarsi per precettarlo. La precettazione in sé si traduce in uno spostamento dello sciopero o in una sua riduzione, e di fatti spesso negli scorsi mesi scioperi di 24 ore sono stati ridotti a 4. Nel momento in cui c’è questa comunicazione si iniziano delle trattative fra potere esecutivo e forze sindacali, se come spesso accade si arriva ad un nulla di fatto il Governo o i Ministri competenti possono precettare lo sciopero.
L’impatto sulla lotta sindacale
Negli ultimi decenni abbiamo visto uno spostamento della lotta sindacale e degli scioperi sempre piĂą sulla categoria del trasporto pubblico, la quale fa da sola la metĂ degli scioperi organizzati dei sindacati. Ciò è molto evidente per i pendolari che spesso percepiscono un interruzione di servizio data dagli scioperi senza capirne o anche solo conoscerne le rivendicazioni, dimostrando il distacco che si è creato fra i sindacati e chi in un senso piĂą ampio dovrebbero tutelare, ossia i lavoratori. Ciò è reso ancor piĂą evidente dalla scarsa sindacalizzazione di settori che stanno diventando i piĂą precari nel tessuto lavorativo e che riguardano soprattutto i giovani, mentre ci si focalizza su battaglie legate ai pensionati, i quali sono sempre piĂą la vera base di tesserati dei sindacati. Tutto questo rende gli scioperi uno strumento meno efficace di un tempo, e anche meno trasversale, cosa che rende anche piĂą necessario scioperare il venerdì o il lunedì, per cercare di aumentare i tassi di adesione ed avere maggior potere contrattuale davanti a istituzioni e datori di lavoro.Â
Cosa ci resta?
Ad oggi l’operato del Governo e del Ministro Salvini è nel pieno delle loro facoltĂ , così come lo è quello da parte dei Sindacati di continuare ad organizzare scioperi. Rimane però palesata l’insoddisfazione dei tanti lavoratori colpiti da scioperi che non capiscono o da cui non si sentono coinvolti. Con questa prospettiva perchĂ© i lavoratori non dovrebbero preferire evitare un disagio oggi al posto di combattere una battaglia che non li riguarda o di cui non sanno nulla?