venerdì, Giugno 20, 2025

30 km/h: le nuove strade urbane

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Da qualche giorno stiamo assistendo ad una vera e propria “battaglia di velocità” tra l’attuale ministro dei Trasporti Matteo Salvini ed il sindaco di Bologna Matteo Lepore, promotore del modello di “Città 30”: l’amministrazione comunale bolognese ha abbassato il limite di velocità di alcune zone urbane, portandolo da 50 a 30 km/h. Ma cosa è successo? Le nuove strade urbane scorreranno a 30 km/h?

Cosa dice il codice della strada

“il risultato dell’armonizzazione di due esigenze, ambedue importanti: la sicurezza e la scorrevolezza del traffico”

L’Art. 142 comma 2 del Codice della Strada, concede ai Comuni la possibilità di “fissare, provvedendo anche alla relativa segnalazione, limiti di velocità minimi e limiti di velocità massimi, diversi da quelli fissati al comma 1”, i classici 50 km/h. Lo stesso Codice, successivamente, specifica che questa revisione può essere effettuata solamente “in determinate strade e tratti di strada”. Secondo questa norma, quindi, la costituzione di un’intera area regolata a 30 km/h sarebbe quindi impossibile.

L’Art. 141 comma 6 inoltre prevede che “il conducente non deve circolare a velocità talmente ridotta da costituire intralcio o pericolo per il normale flusso della circolazione”, di conseguenza la generalizzazione del limite di velocità eccessivamente ridotto causerebbe problemi nella gestione del traffico, risultando dannoso anche sotto il profilo ambientale.

Inoltre, una circolare del 14 giugno 1979 specifica che la riduzione della velocità di circolazione sia “il risultato dell’armonizzazione di due esigenze, ambedue importanti: la sicurezza e la scorrevolezza del traffico”.

La giustificazione del comune di Bologna

Valentina Orioli, assessora alla Mobilità di Bologna, ha ricordato come nel nuovo piano per la sicurezza stradale, proposto dal ministero dei Trasporti, sia indicato “il limite dei 30 km/h come misura chiave per ridurre gli incidenti sulle strade urbane”.

Nella nuova direttiva è stata aggiunta una specifica su questo punto: “Il riferimento alle cosiddette ‘zone 30’ non ha valenza assoluta e generale, bensì si richiama l’opportunità di prevederle comunque nel rispetto di ‘principi di credibilità e coerenza‘ nonché, con specifico riferimento all’ambito urbano, si suggerisce ‘una chiara individuazione della viabilità a 50 km/h e delle zone a 30 km/h’ a valle di una ‘revisione della gerarchizzazione delle strade’”.

Le nuove disposizioni

Il ministero dei Trasporti ha quindi varato una nuova direttiva, che fissa dei criteri per l’individuazione di strade a 30 km/h di percorrenza. Il primo di questi è la “perimetrazione delle strade o tratti di strada interessate da deroghe al limite massimo di velocità di 50 km/h”. Quindi, il limite di 30 km/h deve essere circoscritto a specifiche strade o tratti di strade, senza poter generalizzare.

Il secondo criterio è strutturale: il limite può essere applicato a tutte quelle strade in cui è assente il marciapiede e il movimento pedonale è intenso, sono presenti anormali restringimenti delle sezioni stradali, pendenze elevate o strade tortuose tipiche di centri storici e vecchi centri abitati, c’è altra frequenza di ingressi e uscite carrabili da fabbriche, presenza di stabilimenti, asili, scuole, parchi e simili, pavimentazioni sdrucciolevoli o curve pericolose.

Il terzo criterio riguarda la metodologia, per il quale i Comuni che individuano strade a percorrenza limitata “devono dare evidenza della metodologia seguita ai fini della predetta individuazione”.

Il quarto criterio riguarda la “motivazione delle deroghe ai limiti di velocità”: i Comuni che vogliono fissare delle strade a percorrenza limitata devono fare riferimento a degli “elementi istruttori”, ad esempio i “tassi di incidentalità monitorati almeno nell’ultimo triennio” o le “peculiari condizioni di utilizzo del contesto urbano”.

L’unico caso in cui è possibile istituire una zona 30 temporanea è per esigenze “legate a flussi turistici stagionali o eventi di carattere straordinario”.

Questi limiti sono davvero utili?

“Quello che davvero serve è un piano urbanistico”

Nessun cittadino è felice di passare la propria vita in mezzo al traffico, specialmente quando si è “di fretta”. Proprio per questo motivo, i limiti di velocità sono, nella teoria, strumenti utili per diminuire la possibilità di guidatori spericolati in cerca del nuovo miglior tempo. D’altro canto, gli stessi limiti di velocità da soli risultano spesso inefficaci: sulla Pontina i limiti di velocità sono stati fissati a velocità ben inferiori rispetto alla “normale” circolazione, che tuttora sussiste. In aggiunta, i limiti di velocità risultano inefficaci anche quando accompagnati da strumenti come gli autovelox. Nella nostra città, in Via Giovanni Gronchi, lo scorso 21 gennaio, è avvenuto l’ennesimo tragico incidente, nonostante ci fosse sia la presenza del limite di velocità che quella dell’autovelox.

La creazione di “zone 30” risulterebbero inefficienti anche nel nostro Comune, in quanto la viabilità urbana è già martoriata dal lento scorrimento del traffico e da una profonda mancanza di infrastrutture adatte a consentire una circolazione adeguata ed ottimizzata.

Ciò che servirebbe davvero sarebbe l’ideazione di un nuovo piano urbanistico, sia per Pomezia che per gli altri Comuni, che renda possibile una circolazione sostenibile sia a livello di sicurezza che di scorrimento del traffico.

Gian Mario Mazzola
Gian Mario Mazzola
19 anni. Studente di Giurisprudenza presso l'università La Sapienza di Roma. Appassionato di storia, politica e letteratura. Mi occupo di politica locale, nazionale e di approfondimenti sul nostro passato politico.

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