venerdì, Giugno 20, 2025

“La Fattoria degli Animali”: il fallimento della rivoluzione

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“Animal Farm”, o “La fattoria degli animali”, è uno dei capolavori della letteratura inglese dello scorso secolo. Scritto da George Orwell e pubblicato nel 1945, l’intera opera rappresenta una metafora della rivoluzione russa del 1917, con una feroce critica a Stalin.

La trama

La storia ha luogo nella “fattoria padronale” del signor Jones, un contadino che, avendo come unico scopo l’arricchirsi, sfrutta i propri animali trattandoli con incuria e disprezzo. La fattoria va avanti solo grazie al lavoro degli animali, mentre il signor Jones passa la maggior parte del tempo a ubriacarsi.

Una sera, tutti gli animali sono chiamati dal Vecchio Maggiore, un maiale molto saggio e anziano, che nel suo discorso enuncerà i principi dell’animalismo. La presa di consapevolezza di questi principi porterà gli animali a ribellarsi nei confronti del signor Jones, che lo cacceranno dalla fattoria. Gli animali, a questo punto, fonderanno l’URSA, rendendo la propria fattoria una indipendente e sorretta dalle 7 regole dell’animalismo, ideate dal maiale Palladineve.

Nel corso del romanzo, la rivoluzione animale sarà portata avanti principalmente dai maiali, motori intellettuali della rivolta. La differenza di vedute tra due dei maiali protagonisti, Palladineve e Napoleone, porterà alla cacciata del primo e all’istaurazione del regime di Napoleone, che porterà alla distruzione degli ideali dell’animalismo.

Il maiale “Vecchio Maggiore”

Le sette regole dell’Animalismo

Le 7 regole originali dell’Animalismo sono:

  1. Tutto ciò che va su due gambe è nemico.
  2. Tutto ciò che va su quattro gambe o ha ali è amico.
  3. Nessun animale vestirà abiti.
  4. Nessun animale dormirà in un letto.
  5. Nessun animale berrà alcolici.
  6. Nessun animale ucciderà un altro animale.
  7. Tutti gli animali sono uguali.

Nel corso del regime di Napoleone molte di queste leggi subiranno dei cambiamenti, dati dalla corruzione progressiva degli ideali dell’animalismo. Specialmente l’ultimo principio, quello che esprime il concetto di uguaglianza formale e sostanziale tra gli animali, subirà un profondo mutamento: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.

Il maiale “Palladineve”

I personaggi come metafora della rivoluzione russa

Il signor Jones è la rappresentazione dello zar Nicola II, i cui sudditi erano la popolazione con meno diritti in tutta l’Europa. Mentre la popolazione soffriva la fame, la famiglia Romanov viveva nel lusso.

Il Vecchio Maggiore è la rappresentazione di Karl Marx, la cui filosofia influenzerà notevolmente i moti russi del 1917.

Palladineve ricopre il duplice ruolo di Lenin e di Trotskij: è colui che inizierà la rivoluzione contro il signor Jones e, nella lotta alla successione di Lenin tra lui e Stalin, sarà cacciato in esilio proprio da quest’ultimo.

Napoleone rappresenta invece Stalin. Nel corso dell’opera addestrerà dei cani da guardia (figli del cane da guardia del signor Jones) che userà per controllare tutti gli altri animali. Questa è un analogia con i servizi segreti istituiti da Stalin.

Il Signor Jones

La critica a Stalin e al potere

L’intera opera può essere suddivisa in due parti: nella prima parte abbiamo la nascita della rivoluzione, nella seconda Napoleone riesce a prendere il controllo della rivoluzione.

Gli animali riescono prima a scacciare il crudele signor Jones e a instaurare un nuovo stile di vita. I principi dell’animalismo permettono a tutti gli animali di beneficiare direttamente del frutto del proprio lavoro, aumentando la qualità della vita di tutti gli animali. In questa prima parte è Palladineve a portare avanti gli ideali del Vecchio Maggiore e a guidare la rivoluzione degli animali.

Successivamente, Napoleone acquisisce la guida della rivoluzione, scacciando con i suoi cani da guardia Palladineve e instaurando un regime autoritario. Napoleone pian piano tradisce tutti gli ideali dell’animalismo: gli animali iniziano a bere, hanno accesso a più cibo rispetto agli altri animali, vivono nella casa del signor Jones e iniziano a vestirsi e a camminare su due zampe.

Alla fine del romanzo, la corruzione dei maiali porta alla fine della rivoluzione.

“Le creature di fuori guardavano dal maiale all’uomo e dall’uomo al maiale e ancora dal maiale all’uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due”.

Il maiale “Napoleone”

Perché leggere “La Fattoria degli Animali”?

La Fattoria degli Animali” riesce a ricreare perfettamente il clima della rivoluzione russa del 1917 e la fine del “sogno rivoluzionario”, dovuto alla corruzione e alla fame di potere dei maiali. La lettura di quest’opera rappresenta uno spunto stimolante per approfondire sia il periodo storico che tratta, sia la personalità del suo scrittore. Il pensiero di George Orwell pervade le pagine del suo romanzo, ponendo le basi per la futura pubblicazione di “1984”.

Gian Mario Mazzola
Gian Mario Mazzola
19 anni. Studente di Giurisprudenza presso l'università La Sapienza di Roma. Appassionato di storia, politica e letteratura. Mi occupo di politica locale, nazionale e di approfondimenti sul nostro passato politico.

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