Il 28 dicembre si è tenuto l’ultimo Consiglio Comunale del 2023. È stato svolto di fretta e furia da parte della maggioranza a causa della scadenza di alcuni servizi cruciali per la città. Data la situazione, si sono affrontati anche altri punti cruciali, anche se non “emergenziali”.
Il primo punto all’ordine del giorno riguardava il rinnovo di alcuni servizi socio-assistenziali e educativi, tra cui l’assistenza educativa scolastica, il trasporto scolastico per persone con disabilità e amico bus nonché la gestione degli asili nido comunali, che sarebbero scaduti alla fine dell’anno. L’intera opposizione ha sottolineato che il rinnovo è stato deciso pochi giorni prima della scadenza, non dando ai consiglieri il tempo di analizzare adeguatamente la documentazione.
Sostanzialmente sono stati posti di fronte ad un aut-aut: privare i cittadini fragili di servizi essenziali o rinnovare senza una valutazione accurata della documentazione.
Il consigliere della Lega, Omero Schiumarini, ha giustificato la pratica dicendo che questa delibera deve essere ripetuta ogni anno poiché l’affidamento diretto di un’attività deve avere delle determinate caratteristiche che devono essere riconosciute ogni anno dall’ente.
Invece il consigliere Giacomo Castro di Valore Civico ha voluto mostrare come la delibera votata non fosse una semplice valutazione della verifica del servizio, ma una delega al dirigente dei servizi sociali per la verifica dei vantaggi per la collettività. Le valutazioni però sono proprie del Consiglio Comunale e questo non ha il potere di delega a un organo amministrativo.
Alla fine, soprattutto a causa dell’aut-aut, l’intero Consiglio Comunale ha approvato il primo ODG all’unanimità.

Il secondo punto discusso riguardava la revisione periodica delle partecipazioni detenute dal Comune di Pomezia. Questo è un adempimento che va ripetuto ogni anno secondo quanto detto dall’assessore alla finanza, Massimo Abbondanza.
La consigliera del PD, Eleonora Napolitano, ha sottolineato che per questo, in quanto non sia un atto formale, c’è la necessità di valutare la documentazione prima di votare.
Nonostante le preoccupazioni del PD, il punto è stato approvato, con l’astensione del M5S e Giacomo Castro che ha dichiarato che si trattava di un atto formale.
Il terzo punto dell’ordine del giorno è probabilmente il più importante, nonché il più discusso, di questo Consiglio Comunale: si tratta della revoca della delibera 32/2021 che aveva istituito una serie di monumenti naturali – superfici o siti di particolare pregio che debbono essere conservati nella loro integrità – nel nostro Comune.
Prima di iniziare la discussione, è stata presentata una pregiudiziale da parte di Renzo Mercanti del M5S: ha sottolineato come questa proposta di delibera potesse essere pericolosa per il nostro patrimonio paesaggistico, potendo causare la rimozione della protezione ambientale su molti territori importanti. Attualmente, a Pomezia, sono protetti solo 300 ettari su circa 11.000, pari al 3%; questa percentuale dovrebbe aumentare.
Inoltre, si è voluto sottolineare come fosse possibile realizzare parcheggi all’interno di aree a protezione naturale, una delle principali giustificazioni della maggioranza per la revoca.
Tuttavia, la pregiudiziale è stata respinta con 14 contrari e 10 favorevoli; l‘unico che si è dichiarato contrario è stato il consigliere Michele Conte di FDI.

Da qui inizia la discussione con gli interventi dei due assessori competenti in urbanistica e ambiente, rispettivamente Mambelli e Vittori.
Il primo ha illustrato la sostanziale disomogeneità tra le aree individuate come monumenti naturali, che sono disarticolate e soprattutto prive della creazione di un unico ecosistema. Ha anche sottolineato che non c’è alcun ritorno al cemento, come accusava la minoranza chiamandoli “cementificatori”: nessuno ha autorizzato l’utilizzo di 1 metro quadro di cemento.
L’assessora all’ambiente, invece, ha annunciato che al posto di questa delibera verrà aperto un tavolo tecnico per comprendere quali zone possano essere incluse nella definizione di “ecosistema”.
Ha poi evidenziato che l’omogeneità di cui parlava l’assessore Mambelli è necessaria per tutti i monumenti naturali, secondo quanto richiesto dalla legge regionale.
Dopo queste dichiarazioni, Michele Conte di Fratelli D’Italia – unico membro della maggioranza ad essere contrario – è intervenuto dicendo che, secondo lui, la tutela in questo momento potrebbe essere un po’ eccessiva e organizzata non nel modo più corretto, ma eccedere per preservare la natura è sempre positivo. Ha dichiarato: “Se è possibile realizzare parcheggi all’interno della zona naturale, come detto dal consigliere Mercanti, io sarei anche favorevole a un’estensione di quest’ultima”.

Da qui la stoccata di Giacomo Castro, che, grazie alla sua esperienza come Presidente dell’associazione culturale Latium Vetus, conosce a fondo il nostro territorio.
Facendo un’analisi, appare che questa non sia una scelta tecnica ma politica legata ad una volontà edilizia che non riguarda il parcheggio, ma che tratta una cubatura enorme.
A suo parere, sono stati commessi molti errori nella delibera del 2021, come la mancanza di condivisione con le associazioni e l’esclusione delle edilizie della Tacconi.
Tuttavia, da qui all’eliminazione totale della revoca, c’è un abisso.
L’unica volontà reale vista dal consigliere pometino è quella di strizzare l’occhio “ai soliti potentati che vogliono l’incombere di una grande massa edilizia”.
A questo punto, il PD ha posto alla votazione un emendamento che prevedeva la soppressione del punto 2 del deliberato. In poche parole, si chiede la delibera per l’istituzione di un tavolo tecnico per capire quali zone possono essere incluse nella definizione.
L’emendamento, tuttavia, modifica la delibera iniziale e quindi necessita di un nuovo rendimento contabile e tecnico. Il Consiglio lo accoglie ma non può metterlo ai voti.
A questo punto, finalmente, dopo varie ore di Consiglio Comunale, interviene la Sindaca Veronica Felici. Ha chiarito che loro sono al governo della città solo da 6 mesi [ndr. in realtà sono 7] e ha respinto totalmente l’idea di un processo alle intenzioni mosso dalle opposizioni.
Ha assicurato che non ci sarà alcuna cementificazione e sono assolutamente convinti che “il tempo sarà galantuomo”.
Durante le dichiarazioni di voto, le opposizioni unite hanno chiesto, nuovamente: perché quindi revocare e non semplicemente modificare l’area dei monumenti naturali?
La risposta è mancata. Il punto è stato approvato con 15 voti favorevoli e 10 contrari.
Il quarto punto discusso riguarda la realizzazione di apparati di edilizia residenziale sociale e servizi a seguito della demolizione di edifici abbandonati e fatiscenti, utilizzando le risorse del PNRR, nell’ex centro Elisabetta.

Prima di iniziare la discussione, come nel caso precedente, è arrivata una pregiudiziale da parte della consigliera pentastellata Luisa Navisse: ha sottolineato una totale mancanza di chiarezza riguardo all’edilizia da utilizzare.
In teoria, si tratta di edilizia residenziale pubblica (ERP), quindi popolare, mentre nella determina appare il termine di edilizia residenziale sociale (ERS).
La differenza sostanziale fra le due è che nell’ERP il canone è determinato dal reddito e dalle caratteristiche dell’alloggio, mentre nell’ERS il canone di locazione non è determinato dal reddito. Accedono alle prime famiglie più bisognose e con gravi difficoltà socio economiche, alle seconde famiglie di ceto medio basso che non maturano i requisiti per accedere alle graduatorie ERP ma che non riescono a sostenere gli affitti del libero mercato.
Per chiarire il punto, è intervenuto il Dirigente Renato Curci, il quale ha spiegato che si tratta di un tipo di edilizia residenziale NON popolare, ma di carattere agevolato. Quindi, non ERP, ma ERS.
Castro di Valore Civico ha sottolineato una disparità di trattamento, poiché la modifica della vecchia delibera era stata dichiarata impossibile a causa dell’assenza di un parere tecnico, mentre ora, quando la maggioranza ne ha bisogno, senza troppi problemi Curci riesce a venire in Consiglio Comunale e a stilare una relazione tecnica.

La votazione si conclude con 14 favorevoli, 5 astenuti e 6 assenti. Anche questo punto è stato approvato.
Il quinto punto tratta i lavori di completamento dell’impalcato del cavalcavia alla Stazione di S. Palomba.
Si tratta di un vecchio progetto della scorsa amministrazione che, finalmente, si accinge al suo completamento: senza troppi problemi, viene approvato all’unanimità.
Il sesto punto analizza gli interventi per incrementare la dotazione di infrastrutture ciclopedonali grazie ai fondi PNRR, come scritto nel programma Pomezia cresce, in cui viene evidenziata l’importanza della viabilità alternativa: anche questo punto viene approvato all’unanimità dei presenti.
Infine, l’ultimo punto tratta dei lavori di manutenzione straordinaria dei sollevamenti fognari. L’obiettivo, come illustrato dall’assessore Mambelli, è quello di eseguire dei piccoli espropri – in aree di soggetti privati – ai lati della rete stradale per mantenere al meglio le reti fognarie, uno a via Carlo Poma e uno a via Monte d’Oro, tramite l’installazione di alcune pompe di sollevamento.
Un Consiglio duro e movimentato per questa maggioranza che inizia a mostrare le prime fratture importanti.
Cosa succederà nel nuovo anno?