venerdì, Giugno 20, 2025

ACCISE: Storia di un Governo Smemorato

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Una Propaganda Serrata
Nelle scorse campagne elettorali, Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono scagliati contro il “Caro Benzina”, diventando i due volti principali nella guerra contro le accise. I due leader hanno spesso promesso una progressiva abolizione delle accise sul carburante, anche fino a pochi mesi fa.

Ma cosa sono le accise?
Le accise sul carburante vengono definite “imposte indirette”.
Sono applicate al momento dell’acquisto e compongono gran parte del prezzo finale.
Alcune accise sono state ideate con il fine di raggiungere obiettivi specifici, ma raggiunto lo scopo non sono state mai cancellate.

Costi alle Stelle
A causa di diversi eventi, tra cui una guerra con annessa crisi energetica, il costo del carburante è schizzato alle stelle.
Durante il governo Draghi venne deciso di applicare un taglio sulle accise, scaduto lo scorso 1° gennaio.
Da allora il governo non ha previsto alcun tipo di taglio, con i prezzi di diesel, benzina e Gpl che aumentano senza sosta:
Il prezzo medio ad oggi al litro è 1,91€ per la benzina e 1,76€ per il diesel.

Il Made in Italy risponde
Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha dichiarato:
“In Italia abbiamo una tassazione più elevata sui carburanti rispetto ad altri Paesi, per contribuire al bilancio dello Stato perché siamo più indebitati di altri”,
“il prezzo industriale è anche al di sotto di alcuni Paesi europei, al di sotto di Francia, Germania e Spagna”.

Ma i dati mostrano il contrario:
Spagna: 1,620 euro al litro;
Germania: 1,826 euro al litro;
Francia: 1,827 euro al litro.
(fonte: GlobalPetrolPrices.com)

L’unica misura? Cartelli
Da inizio agosto è scattato l’obbligo per i distributori di esporre i cartelloni con i prezzi medi del carburante.
Per i distributori extra-autostradali, il prezzo esposto sarà quello regionale, per gli impianti autostradali invece il prezzo esposto sarà quello nazionale. Per il momento questo nuovo obbligo non sta dando i frutti sperati, ma Adolfo Urso risponde dicendo: “Grazie al provvedimento il consumatore può fare un confronto, scegliere e risparmiare. Perché se c’è un distributore che fa pagare più di 2 euro ce ne saranno altri con un prezzo più basso”

Quali sono le altre manovre?
Il ministro a proposito risponde: “Il taglio alle accise fatto dal precedente Governo era stato fatto in occasione di un contesto diverso, i dati oggi sono diversi. Il Governo ha preferito destinare risorse pubbliche a diverse emergenze, dal taglio del cuneo fiscale ad altri interventi a tutela del potere d’acquisto per le fasce sociali più svantaggiate”.
Questa risposta arriva il giorno dopo lo smantellamento del reddito di cittadinanza.

Cosa ci resta?
Molto fumo e niente arrosto. Nonostante il forte rincaro, il governo continua a fare promesse senza agire. Probabilmente ancora non si sono resi conto di non stare più all’opposizione e che le promesse fatte, ora dovrebbero essere mantenute.
Invece, il governo mette da parte un tesoretto di 4 miliardi grazie alle accise sul carburante.
Non è anche questo “pizzo di stato”?

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