JORIT E IL PACIFISMO ITALIANO
Ultimamente è spopolato sui social un murales di Jorit – un artista italiano – realizzato nella città occupata da parte dei russi, MARIUPOL.
Questo murales, secondo quanto dice l’artista, raffigura una persona reale, “una bambina di nome Natsya con le bombe della NATO che le cadevano addosso”.
AGGRESSORE E AGGREDITO
Questa non è la prima volta che Jorit esprime posizioni che vengono ampliamente supportate da una certa parte della politica italiana, che viene consuetamente definita “PACIFINTA”, affiancata a protagonisti della scena politica come DI BATTISTA o di LUCA TELESE.
Ma la gravità di quest’atto è che questa violenza esce dai confini televisivi e si impatta in una DELLE CITTÀ UCRAINE PIÙ MARTORIATE DALL’INIZIO DELL’AGGRESSIONE MILITARE RUSSA, appoggiando direttamente le forze di occupazione.
FALSITÀ E CENSURA
Jorit con questo murales voleva cercare di dar voce ad una bambina che moriva sotto le bombe della NATO, quando, sulla città di Mariupol le UNICHE BOMBE CADUTE ERANO QUELLE DEL REGIME DISPOTICO RUSSO.
Questi bombardamenti russi erano incarnati in un MURALES DEDICATO AD UNA BAMBINA, MILANA ABDURASHYTOVA, che nel 2015 dopo un attacco missilistico perse sia la madre che la gamba.
Tuttavia, dopo l’occupazione russa, si è avviata UN’OPERA DI CANCELLAZIONE DELL’OPERA, si sta cercando di eliminare la tragedia del 2015 costruendo una realtà falsa, dogmatica, definibile con una sola parola: DITTATORIALE.
Inoltre, questa bambina di cui tanto si è parlato, NON VIVE IN DONBASS E NON È NEANCHE UCRAINA: bensì viene ripresa da UNA FOTO DI HELEN WHITTLE CHE FOTOGRAFA LA PROPRIA FIGLIA, imbronciata perché non aveva trovato il latte nel frigorifero.
L’UOMO DI PUTIN
Jorit ha usato le stesse strategie della propaganda putiniana: LA MENZOGNA PLATEALE, LA CONTRAFFAZIONE DELLA REALTÀ E LA RISCRITTURA DELLA STORIA.
Questo tipo di politiche però non hanno mai trovato via libera, CANCELLARE LA STORIA NON È POSSIBILE: ce lo insegna la storia stessa dal tentativo di revisionismo storico della Restaurazione, post-Napoleone, fino alle censure delle SS naziste.