Il lavoro minorile è un fenomeno che nega alcuni diritti fondamentali di bambini, bambine ed adolescenti, come il diritto allo studio.
Nel mondo circa 160 milioni di bambini subiscono uno sfruttamento lavorativo, tra questi 79 milioni svolgono lavori duri e/o pericolosi che possono portare a danni fisici.
A livello internazionale, il fenomeno è contrastato dall’articolo 32 della “Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” che recita: “il diritto del fanciullo di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale”.
Il lavoro minorile è tutelato nella nostra Costituzione grazie agli articoli 34 e 37. La normativa vigente per il lavoro minorile prevede la possibilità di entrare nel mondo lavorativo all’età di 15 anni, dopo aver assolto l’obbligo scolastico di 10 anni.
Sul piano internazionale, negli USA si stanno facendo dei preoccupanti passi all’indietro, a Marzo di quest’anno è stata presentata al Congresso una proposta di legge per consentire ai maggiori di sedici anni di lavorare nell’industria del legname, notoriamente una delle industrie più pericolose del paese.
Nel bel Paese circa 336 mila minorenni tra i 7 e i 15 anni hanno avuto esperienze lavorative. Prendendo a campione gli adolescenti tra i 14-15 anni, il 27,8% ha svolto lavori dannosi per il loro percorso scolastico e/o per la loro salute psicofisica.
I settori interessati dal fenomeno del lavoro minorile sono:
-la ristorazione (25,9%),
-la vendita al dettaglio nei negozi e attività commerciali (16,2%),
-attività in campagna (9,1%),
-in cantiere (7,8%)
Tra le cause principali che fomentano il fenomeno troviamo la volontà di dare un aiuto economico ai genitori, per il 32,6%, e l’avere soldi per le proprie necessità, con il 56,3%.
Anche il livello d’istruzione dei genitori condiziona il favoreggiamento al lavoro minorile.
Tra le conseguenze principali del lavoro minorile troviamo l’aumento della dispersione scolastica e l’aumento del lavoro in nero, spesso e volentieri sottopagato.