venerdì, Giugno 20, 2025

Il problema dei tre corpi: l’asso nella manica

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Probabilmente, durante la vostra vita, vi sarete posti qualche domanda esistenziale del tipo: “Siamo soli nell’universo?”. Non sarebbe un comportamento inusuale, visto e considerato che l’uomo lo fa da sempre, fin dagli albori della storia.

Lo scrittore cinese Lu Cixin ha provato a rispondere, immaginando una storia e scrivendone una trilogia di romanzi fantascientifici, tra i quali il primo intitolato “Il problema dei tre corpi”, facendo riferimento al celebre problema di astrodinamica.

David Benioff, D.B Weiss – già produttori de “Il Trono di Spade” e Alexander Woo adattano i romanzi, creando la serie omonima “Il problema dei tre corpi”, prodotta da Netflix e distribuita nella piattaforma nel mese di marzo 2024.

La serie è composta in una stagione da otto episodi – da poco i produttori ne hanno annunciata una seconda, probabilmente non l’ultima considerato il grande apprezzamento e la visibilità del pubblico – e racconta la storia di una ricercatrice, l’astrofisica Ye Wenjie – interpretata da Rosalind Chao – che, durante gli anni ’60, lavorando in un progetto segreto, si mette in contatto con una civiltà aliena in pericolo. Anni dopo, in tempi odierni, un gruppo di amici, chiamati “i cinque di Oxford” dovranno far fronte a degli strani avvenimenti che coinvolgono la comunità scientifica mondiale.

Auggie – Eiza Gonzalez – Jin – Jess Hong – Saul – Jovan Adepo – Jack – John Bradley e Will – Alex Sharp – scopriranno la verità tramite un particolare visore a realtà virtuale.

Contemporaneamente indagano anche un investigatore dei servizi segreti, Da Shi – Benedict Wong – e il suo capo, interpretato egregiamente da Liam Cunnigham.

I personaggi vengono perfettamente, in parte, riscritti, non rimanendo fedeli ai romanzi ma mantenendo comunque un legame con l’opera principale. La scenografia cattura degli spunti interessanti, e il sostanzioso budget messo a disposizione fa in modo che la serie abbia degli scenari accattivanti, che mantengono sempre attento l’occhio dello spettatore.

“Il problema dei tre corpi” complessivamente è un buon progetto, un ottimo lavoro di trasposizione libro-schermo e una storia interessante che non annoia mai lo spettatore e che affronta, conseguentemente alle tematiche hard sci-fi, temi che da sempre hanno “forgiato” l’uomo nel suo essere come: l’amore, la morte, la conoscenza, ma sopratutto far fronte insieme a problemi comuni.

In attesa della seconda stagione, questa serie può diventare tranquillamente il nuovo prodotto di punta targato Netflix.

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